Ritornando indietro al periodo "romano" dei NT, mi sono ricordato di un fatto alquanto singolare, avvenuto al termine delle serate in una discoteca romana situata allora in Viale Marconi, più precisamente Ponte Marconi. Io in quel periodo alloggiavo in zona Prati, all'Hotel Villa Glori. Il furgone lo parcheggiavo sul viale davanti all'Hotel così che, una notte, qualcuno ha pensato bene di seguirmi e, dopo avermi lasciato parcheggiare il mezzo, di aspettare fino a che non fui
entrato in Hotel: fu quello il momento in cui mi rubarono il furgone! Subito dopo uscii per prendermi la valigia, e... sorpresa! Avvisai subito i NT che, naturalmente, rimasero scioccati. Contemporaneamente, telefonai anche a degli amici romani che, in quel periodo, ci seguivano nelle serate, aiutandomi nel lavoro di installazione e di facchinaggio. Dopo avere fatto la denuncia al posto di polizia mi sono messo in auto con i miei amici di Roma,alla ricerca del furgone, per l'intera notte.
Eravamo varie auto: i NT e gli altri ragazzi; girammo per tutti quei posti dove potevano aver portato il furgone e, ad un certo punto, uno dei ragazzi che stava in auto con me ebbe un'intuizione: ci consigliò di spostarci verso il monte Capra che, allora, era una zona desolata. L'idea era che chiunque avesse compiuto il furto, di sicuro avrebbe tentato di vendere il materiale al mercatino di Porta Portese. Passato il quartiere abitato, ci siamo inoltrati nei campi sottostanti la collina e…sorpresa! C'era il furgone!
Entusiasmo subito sopito, dato che il furgone era vuoto. Analizzando
il terreno, notammo che c'erano delle tracce di un furgoncino Ape,
per cui il materiale non doveva essere così lontano, dato che il
tempo trascorso dal furto stesso al momento del ritrovamento del
furgone era esiguo; quindi, con una moto Ape, di sicuro avevano
fatto parecchi viaggi per trasportare tutta la merce: per questo
pensai che il deposito del materiale non doveva essere molto lontano.
Ritornammo sui nostri passi, in prossimità di uno stabile:
all'interno del cortile un po' in discesa, intravidi la sagoma della custodia di legno dell'organo Hammond: inchiodai l'auto, in retromarcia, a velocità pazzesca, con l'andrenalina a mille, mi piazzai davanti al cancello, per evitare che qualcuno potesse scappare. Effettivamente all'interno c'erano delle persone che si accingevano a caricare un furgoncino Ape. Divenni cianotico dalla rabbia, i miei amici romani mi trattennero, assicurandomi che avrebbero trattato loro con i ladri. Ci fu una discussione senza condizioni e ottennero solo di non essere arrestati: in cambio ci
riconsegnarono tutto, così evitammo di chiamare la polizia. Il giorno dopo, facendo l'inventario, mi accorsi che mancava la chitarra basso di Giorgio D'Adamo. Riuscii a trovarne una per il concerto che tenemmo di là a pochi giorni. Comunque, in seguito, il basso fu rintracciato a Porta Portese e ricomprato. Passata la paura? Ma neanche per idea! Dopo poche settimane, sempre con il furgone parcheggiato davanti all'Hotel, ignoti lo hanno aperto portandosi via una parte della strumentazione. Altra denuncia al commissariato per l'ennesimo furto subito.

Questa volta però non ci siamo preoccupati più di tanto perché, informato della cosa, l'Avv.to Crocetta, con una telefonata ad alcuni suoi informatori riuscì a trovare la strumentazione sottratta. Dopo qualche giorno mi recai nello studio dell'Avv.to Crocetta a Piazza Bologna dove, finalmente, recuperai il materiale ritrovato. Mi sono sempre chiesto come mai il materiale si trovasse in quel posto e non altrove. Mah! misteri di Roma e potenza dell'allora, grande Impresario, Avv.to Crocetta!

Un bassista Canadese per i New Trolls. Il mondo è davvero piccolo..! Vi ricordate i "Kriss and Stroker"? Beh, hanno a che fare con i New Trolls. Ci fu un periodo in cui Nico frequentava Rimini. Premetto che sia Nico che Giorgio D'Adamo erano i "tombeurs de femmes" del gruppo...! Come dicevo, Nico aveva una storia con una bellissima ragazza di Rimini, attrice di cinema e tv, molto simpatica.

Allora nella riviera Romagnola il locale più in voga e frequentato era "L'altro Mondo", con attrazioni sia nazionali che internazionali. Io stesso lavorai per James Brown in un concerto in quel locale. Proprio nel periodo in cui i N.T. frequentavano Rimini, per le ragioni che ho spiegato sopra, l'organizzatore e proprietario del locale, Galli, ingaggiò un gruppo canadese che si chiamava Kriss and Stroker: suonavano il rhythm and blues ed erano molto bravi. Il gruppo era composto dal cantante Kriss (da cui il nome della band) e da fiati, chitarre, batteria, tastiere. Alcuni dei componenti erano figli di italo-canadesi, partiti da varie regioni d'Italia per tentare la fortuna in Canada. Questo gruppo, dopo una serie di concerti ed alcuni passaggi televisivi non ebbe un grande successo, così i suoi componenti ritornarono in Canada, mentre il bassista Frank Laugelli si fermò in Italia: prima si recò in Calabria a trovare i suoi parenti, poi ritornò a Rimini per un suo intrallazzo "rosa" locale. Nel frattempo con i N.T. ci eravamo spostati a Genova dove, un giorno, Giorgio D'Adamo ebbe un incidente automobilistico: fu ricoverato in ospedale, per cui non avrebbe potuto suonare nelle serate già programmate. Per tappare la falla Vittorio per un po' suonò lui il basso, ma la cosa non poteva andare, così decisero di ingaggiare Frank Laugelli.
Per svariati mesi i N.T. ebbero nel loro gruppo un oriundo canadese. Il connubio fu positivo: Frank era, oltre che un bravo bassista, anche una persona tranquilla e moderata. Portava con sé un bagaglio musicale di blues, sopratutto un modo nuovo di suonare il basso: più di qualche volta lo sentii usare il suo strumento con lo slapping (ora un modo di suonare piuttosto comune per i bassisti). Ma per quei tempi Frank era un innovativo. La collaborazione con i N.T. continuò per un bel po' di tempo, fino a quando ritornò Giorgio D'Adamo: poi Frank ritornò in Canada. Io già collaboravo con un service di Cattolica, abbinato alla Lem, ditta famosa sul mercato, a quei tempi, per gli impianti audio. Se non che…accettai di fare una tournée negli Stati Uniti e in Canada con cantanti come Milva, Massimo Ranieri, il Prestigiatore Tony Binarelli e altri. Lavorammo al Madison Square Garden, in una serata organizzata per gli italo-americani. Ora, a distanza di anni, mi viene da sorridere se ripenso all'impianto audio che usai per lo spettacolo: in un contesto come quello dove, solitamente, si tenevano dei grossi concerti con impianti da favola, io fui costretto ad usare un impianto Lem di basso profilo tecnico.
Feci comunque la mia buona figura. Premetto che l'utilizzo del Palazzo dello Sport riguardò solo un piccolo settore, per una capienza di poco più di duemila persone. Inoltre, nella fase di installazione, io non potevo toccare niente: dovevo solo spiegare agli operatori locali come installare e posizionare il materiale. Regole sindacali. Pensate che la struttura aveva, come dotazione per l'audio, dei mixer con ancora le manopole (molto grandi e circolari) per regolare i volumi dei microfoni..! Proseguendo con la storia, vi devo raccontare questo episodio perché, oltre che divertente, è anche grottesco: da New York ci trasferimmo a Filadelfia per tenere un'altro concerto, in uno dei teatri della città. Come accompagnatore, l'organizzazione ci assegnò un italo-americano che da anni viveva negli States. Arrivati a Filadelfia con un bus, l'autista del mezzo non conosceva la strada per arrivare in teatro, così si fermò al lato di un incrocio e fece scendere il nostro accompagnatore, il quale chiese informazioni su come arrivare al teatro. Dopo cinque minuti che questo nostro road manager parlava con un passante, gesticolando, per ottenere le informazioni del caso, il chitarrista di Massimo Ranieri, si avvicinò anche lui per capire perché ci mettesse così tanto tempo. Rimase esterrefatto: il passante non riusciva a capire che cosa quel signore gli stesse chiedendo. Ma come? Questo accompagnatore, che risiede da molti anni negli Stati Uniti, non riesce a farsi capire? Difatti, lui si esprimeva in quella specie di inglese maccheronico che gran parte degli italo-americani parlano..! Il chitarrista intervenne in aiuto parlando un inglese comprensibile, così l'impasse fu risolta…da uno che proveniva da Roma!!! E' tutto dire.
Ritornando a noi: dopo le esibizioni negli Stati Uniti ci trasferimmo in Canada con un fuori programma da "baciati da Dio". Nel trasferimento da New York a Montreal, ci fu uno scalo a Buffalo: fu durante la fase di atterraggio che, in pochi secondi, rividi tutta la mia vita passarmi davanti. Nella manovra del pilota, quando già si vedeva la pista dell'aereoporto dinanzi a noi, di punto in bianco il pilota sorvola tutta la pista per tutta la sua lunghezza, per poi riprendere quota! Stupore e brividi misti a paura! Ripresa quota regolarmente, concluse la fase successiva di atterraggio senza altri problemi. Poi, nell'attesa dello sbarco e dell'imbarco di altri passeggeri, i miei colleghi colsero l'occasione per chiedere al pilota che cosa fosse successo, visto il primo mancato atterraggio: con grande, savoir faire ci rispose semplicemente, con il sorriso di chi affronta quotidianamente questo genere di cose, spiegandoci che, sulla pista, c'era un'altro aereo in fase di decollo…non segnalato! Pertanto, è stato costretto a riprendere quota. Una cosa da niente! Per continuare il racconto, nel pomeriggio, tenemmo un concerto al Palaghiaccio di Montreal, strapieno. Al termine dello stesso, via di corsa per riprendere un altro aereo, alle sette di sera, per Toronto, dove ci aspettava un altro concerto in teatro
Alcuni musicisti, nonostante avessero in mano la carta d'imbarco, ma non la copia del biglietto (che si trovava nelle loro valigie) rischiarono di non partire perché la hostess voleva vedere il biglietto. Dopo vari tentativi di spiegare il disguido i musicisti si imbarcarono di forza, spostando letteralmente la hostess ee entrando nell'aereo: se non avessero fatto così non saremmo riusciti a fare lo spettacolo a Toronto. Comunque, una volta sbarcati, chiarirono e poterono mostrare i biglietti richiesti agli incaricati della compagnia con cui avevamo volato. Ricordo che, quando arrivai in teatro, Tony Binarelli, che aveva già iniziato il suo show, quando mi vide emise un sospiro di sollievo perché (mi raccontò dopo) aveva terminato tutti i trucchi che conosceva e non sapeva cosa altro fare per intrattenere il pubblico! Lo spettacolo proseguì senza altri intoppi. Alla fine salii sul palco per recuperare i leggii dell'orchestra di Massimo Ranieri, quando mi sentii chiamare dalla platea: -Paolo!!! Mi girai e…chi altri era se non Frank Laugelli, ex bassista dei New Trolls? Baci e abbracci, saluti ecc. Quanto è piccolo il mondo!