Un cupo stand-by, di quelli prolungati che rischiano di far dimenticare impennate di genio che avrebbero potuto avere un futuro migliore: divergenze di opinioni e atteggiamenti hanno ancora diviso i NT, dopo l'innovativa parentesi del Concerto Grosso n°1, sapientemente guidata dal Maestro Luis E. Bacalov. La particolarità dei NT è quella di funzionare come gruppo e la gente sa riconoscere al primo colpo la band nel suo insieme e quello che è in grado di fare. Cambiate la ricetta in qualsiasi modo: funzionerà solo con quegli ingredienti e solo se messi insieme. Lo "stand-by" di ormai tre anni, dopo "Concerto Grosso n° 1", "UT" e "Searching for a land" sembra essere durato fin troppo: perché non ritentare? Ma il "Concerto Grosso n° 2" sembra non aver centrato appieno il bersaglio, l'idea originale del 1971 non è più una novità e le sperimentazioni, per quanto valide, sembrano aver sfilacciato una trama dai delicatissimi equilibri. Riaffacciarsi alla grande, sì…ma con i grandi. Le voci dei NT intrecciano i loro formidabili giochi con la voce di Ornella Vanoni. Siamo nel 1976…
"L'idea della collaborazione dei NT con la Vanoni era nato quando io ancora non facevo parte del gruppo, ma sia i NT che la Vanoni avevano lo stesso produttore: il grande Sergio Bardotti; i NT erano precedentemente usciti con il Concerto Grosso n.2 ed un 45 che si intitolava "Bella come mai" e come retro aveva "Let it be me". L'etichetta era la Magna ed apparteneva al padre di Vittorio De Scalzi. Forse perché questa non era molto forte e il disco avrebbe potuto essere promosso in maniera più incisiva; più probabilmente perché il progetto era un po' più "debole" del precedente "Concerto Grosso"…fatto sta che ci fu sì un riscontro, ma non quello che ci si aspettava.. Già da quando avevamo terminato il tour con Fabrizio De André ci eravamo domandati (soprattutto Gianni, a cui, giustamente, i NT sono sempre stati a cuore): "Perché non rimettere insieme la band?" e, praticamente subito, Gianni ha contattato Vittorio e Nico, che hanno dato il loro ok. La proposta venne fatta anche a me, ma non ero molto convinto: conoscendo le marcate individualità dei componenti del gruppo, la storica litigiosità…Beh, preferivo restarne fuori, così incominciai a lavorare con i Ricchi e Poveri in un loro divertentissimo tour teatrale condotto da Walter Chiari.
Un giorno, però, mi chiamò Gianni, dicendomi che mi avrebbe contattato Sergio Bardotti per una collaborazione dei NT con Ornella Vanoni: da questo progetto il Maestro avrebbe voluto realizzare un LP, che poi divennero due: "Io dentro" "Io fuori". I NT avevano praticamente già realizzato il grosso del primo LP, avevano fatto i cori, arrangiato le parti strumentali, scritto i testi. Nico aveva partecipato ai cori, ma poi si era staccato dal gruppo per problemi di salute. Nel frattempo l'LP iniziale era divenuto doppio e bisognava risolvere il problema della mancanza di Nico in forza alla band, così Gianni pensò a me come suo sostituto, specie per la voce. Seguì, poi, il contatto con Sergio Bardotti e il mio ok incoraggiato anche dai Ricchi e Poveri, che avevano già intuito le potenzialità del progetto. Incontrai Bardotti e cominciai le prove con i NT al teatro Genova, in zona Marassi: le prove, in quei primi giorni, erano più che altro un primo approccio con i pezzi: tiravamo giù le parti del disco e ognuno eseguiva la sua. Ricordo che avevamo cominciato a provare in settembre-ottobre e, in teatro, faceva un freddo tremendo, tanto che si dovettero portare stufe a gas..!
Il regista dello spettacolo era Don Lurio, il coreografo; alle luci Pepi Morgia, che è il massimo che si possa chiedere nel suo campo, con un'inventiva tecnica e una creatività eccezionali. Arrangiatore era Gianfranco Lombardi che, poi, sarebbe rimasto con noi nel nostro periodo di maggior successo: "Aldebaran", la "barchetta", "FS"… Don Lurio indicava i movimenti scenici per ogni pezzo.La variazione dei giochi di luci e di voci davano allo spettacolo un movimento interessante e divertente. Dopo due mesi di prove la prima del tour con la Vanoni fu al Teatro Margherita di Genova, con una trepidazione niente male. Per quanto mi riguarda, toccavano a me tutte le parti previste per Nico.
La scaletta prevedeva buona parte di pezzi della Vanoni; la seconda parte della serata apriva con "Le Roi Soleil". Nel contesto della serata, poi, c'era il famoso "biscione", creato dallo stesso Bardotti: una serie di pezzi di NT e della Vanoni che si intersecavano tra loro seguendo un certo filo logico dato dai testi. Durava oltre venti minuti, tutto dal vivo, le quattro voci dei NT (Giorgio D'Adamo faceva solo qualche parte) e la voce della Vanoni, che ho sempre amato definire "il sesto NT"…
Ho parlato prima dei movimenti scenici in cui si articolava il concerto: "Let it be me", ad esempio, prevedeva tutti noi davanti, seduti su uno sgabello. Al momento del "…never never leave…" se ne andava la luce e, al rientro di "…me lonely" tornava, non senza aver suscitato un certo pathos tra il pubblico dei teatri. Neanche a dirlo, l'idea era di Pepi Morgia. Tutto il tour si svolse nei teatri: "Margherita" di Genova, "Lirico" di Milano, "Bibione"a Mantova, "Sistina" a Roma…fino al "Teatro 2000" di Napoli, dove chiudemmo con due, tre date.
Facemmo anche passaggi TV per la RAI, ad esempio con la Carrà, dove cantavamo il brano "Noi". Ricordo anche che, sempre per la TV, avevamo registrato un brindisi da trasmettere per Capodanno: la sera del 31 dicembre eravamo al "Lirico" di Milano per uno spettacolo, al termine del quale…tutti a casa della Vanoni, per "vederci" nel brindisi in TV registrato qualche giorno prima!!! Abbiamo fatto TV anche in Francia… Bilancio facilissimo: per me è stato uno dei migliori tour fatti nella mia vita, forse proprio il più bello, divertentissimo: la gente impazziva in ogni serata..! C'è anche da dire che i giornalisti avevano preso questo tour come una "sfida" tra i NT e la Vanoni, cosa che non era affatto, anche se avevamo una parte da leone per le nostre voci e la parte strumentale che erano un'autentica garanzia.
La verità era che tra i NT e la Vanoni si era creato uno splendido connubio, ecco perché la definivo "il sesto NT": era completamente compenetrata nella band, non era la cantante che si estraniava, c'era cameratismo tra di noi…E, al di là della storia dei giornalisti e di quello che, tutto sommato, è il loro mestiere, mi sono divertito tantissimo. Il tour era sicuramente servito a rilanciare il gruppo, dopo le incertezze di percorso di "Concerto Grosso n° 2" e il singolo che lo aveva accompagnato. I NT si erano "ricompattati" e le serate venivano una dietro l'altra: Lugo di Romagna, al "Baccarà"; Formigine, al "Picchio rosso"; Modena, al "Marabù"…Tutti locali che, ormai, non esistono più, trasformati in sale bingo o muri abbandonati e coperti dall'erba alta…
A Lugo, dopo la serata, eravamo andati a mangiare e, al ritorno in albergo, eravamo un po' "allegrotti", come si suol dire..! Belloni e Belleno erano lì, tanto per cambiare, con la chitarra e strimpellavano qualcosa in camera. Abbozzarono la linea di un pezzo, corsero in camera di D'Adamo, lo svegliarono per proporglielo nell'inglese maccheronico che serve a dare la linea metrica del testo: "That's for you…u-u-u..." D'Adamo, ancora immerso nel sonno si gira dall'altra parte: "E' una cagata!" Sarebbe diventato "Quella carezza della sera"...! Riprendendo il discorso del tour: tutto liscio dall'inizio alla fine, se si esclude la violentissima lite tra Vittorio e la Vanoni durante le prove in teatro a Firenze: per il resto, armonia mai immaginata e divertimento assicurato: in Italia il laser negli spettacoli non esisteva ancora: sarebbe arrivato con i Pooh, ma…l'inesauribile incentiva di Pepi Morgia creò qualcosa che destava comunque la sua sorpresa! Ricordo che, una volta, arrivò al teatro "Alfieri" di Torino con due cannoni ad arco voltaico con un otturatore chiuso, che permetteva di far passare solo un sottilissimo filo di luce bianco-azzurrina a causa della base di carbone della lampada: concentrando il raggio, si otteneva quel filo di luce che, ripetuto da una serie di specchi e frammenti di specchi, creava una ragnatela luminosa sul palco per un effetto spettacolare che, ogni volta, stupiva anche noi…
Don Lurio ci seguì alla regia solo per la prima a Genova, poi ci lasciò con un'impostazione scenica che avremmo continuato a seguire per tutto il tour: sul palco, due postazioni laterali: a destra, pianoforte e tastiere in verticale per Vittorio; a sinistra, tastiere in verticale per me. Durante il tour Vittorio ed io ci scambiavamo anche di posto, specialmente durante il "biscione". Ricordo anche che la Vanoni si cambiava d'abito praticamente ad ogni pezzo: terminato un brano. In particolare in uno di questi cambi io prendevo una specie di tunica che la nascondeva al pubblico, mentre lei parlava e si cambiava; le tenevo il microfono ed ero rivolto verso di lei, con le spalle al pubblico: in quegli attimi di "faccia a faccia" le facevo tutte le smorfie ed i versacci possibili ed immaginabili, le rifacevo il verso quando parlava, con le conseguenze che puoi immaginare. Solo a stento si tratteneva dal ridere!
Quando Don Lurio lasciò il tour, la regia passò praticamente a Pepi Morgia con le sue luci fantascientifiche. Tornando al discorso dei giornalisti e della nostra presunta "sfida" alla Vanoni: i loro articoli, in effetti, avevano alimentato una specie di tifo nei nostri confronti, con la Vanoni che diceva: "Non vale! Sono sola contro cinque!" Mi dispiaceva che si sentisse un po' amareggiata per quel tipo di situazione che non eravamo stati noi a volere…Le volevamo molto bene e se facevamo "C'è una ragione di più…" con i nostri cori (la base era quella di "Sensazioni", mille anni prima..!) non volevamo certo metterla in secondo piano. Pezzi bellissimi,scritti dai NT, testi di Bardotti e D'Adamo, tutto rigorosamente live…e i giornali che facevano apparire i NT come vincitori di una sfida che si erano inventati solo loro. Tuttavia anche questo episodio servì a rilanciare i NT che, fino a poco tempo prima, erano finiti in ombra…
Un po' come sarebbe poi successo per il tour con la Oxa: le collaborazioni con altri artisti hanno sempre rilanciato il gruppo nei suoi momenti di calo dovuto all'instabilità che lo connota da sempre… Nico rientrò nei NT una volta finito il tour con la Vanoni ma, ormai, io ero perfettamente integrato nella band: la nuova formazione era quella di sei elementi, del disco d'oro, di "Aldebaran", "Quella carezza della sera"…Il periodo di vertice nella carriera musicale dei NT. Degna conclusione del tour: un amico della Vanoni ci riaccompagnò con il suo aereo privato a Genova, per poi proseguire con lei fino a Milano. Una conclusione da divi che lasciò sorpresi anche noi, che siamo stati piacevolmente al gioco!
Un bellissimo gioco: tutte le volte che i NT trovano quell'attimo di armonia che permette loro di "giocare" insieme, la musica che ne viene fuori ha sempre tratti inimmaginabili e non viene mai dimenticata. La disponibilità di Giorgio Usai al suo lungo racconto mi fa dimenticare ben presto la fatica del dover trascrivere le sue parole nella maniera più fedele possibile alla storia che sta regalando a me e, poi, anche agli amici che si affacciano sulle pagine del nostro sito web. "Posso prenderla un po' alla larga?" è la sua domanda prima di iniziare a raccontare. Sempre. E sempre scontata è la mia risposta: "Vai a ruota libera!" ed io all'inseguimento di chi, per andare da Genova a Milano, magari passa per Reggio Calabria, ma ti regala ogni volta un giro panoramico che non puoi dimenticare.
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Qui a lato potete ascoltare dei trailer dei brani più significativi del Tour "Concerto insieme"