Come
poter dare una definizione della musica? Sono in tanti a chiederlo ed è
domandare una cosa impossibile. Non ci si potrà mai limitare alla "fisicità"
matematica di note e pentagrammi, alla tecnica che, per quanto perfetta, senza
un'anima non riesce a comunicare altro che suoni, per quanto ben eseguiti ed anche
gradevoli.
L'anima: credo sia questa la chiave della musica e di ogni cosa
che abbia a che fare con l'umano o il trascendente. E l'anima è all'origine
di ogni comunicazione: parole, colori, musica
e comunicare è, in qualche
modo, donare qualcosa di te a chi ti sta davanti, o legge le tue pagine, o ascolta
le tue note. In questo senso la musica diventa comunicazione di vita e, soprattutto
oggi, se ne ha estremo bisogno.

La
musica è la mia compagna da sempre, è stata ed è un mezzo
di vita ed una ragione di vita: l'ho esplorata nei suoi meandri più nascosti
da solo e insieme ad altri musicisti perché il confronto e lo scambio mi
hanno sempre lasciato con qualcosa in più che, prima, non avevo. Nel bene
e nel male.
Ho ascoltato sempre prima di suonare.
Mi sono emozionato all'ascolto
di grandi autori come ci si può emozionare davanti ai più sublimi
spettacoli della natura; ho provato sensazioni uniche e non ho voluto tenerle
per me: suonare è anche donare. Saper donare, anche se della musica fai
il tuo mestiere.
Ma
anche tacere al momento giusto, quando le note ti toccano nel profondo e raggiungono
certe frequenze che assomigliano all'estasi, la sospensione dell'essere in un
istante di infinito, la condivisione unica, totale. Non trovo parola migliore
di "comunione": una dimensione sacrale, in un certo modo liturgica e,
allo stesso tempo, estasi di un uomo e una donna al vertice dell'amore. E' il
momento in cui le parole vengono meno, perché, come diceva Chopin, "La
musica inizia dove finisce la parola".
Per comprendere, vivere le più
alte emozioni e sensazioni bisogna imparare ad ascoltare. E, prima di tutto, a
lasciare il giusto spazio anche al silenzio.
Maurizio
Salvi