Che prezzo può avere la musica? Nessuno. Sarebbe come contenere il mare in un secchiello da spiaggia. Ha "solo" un valore immenso. Ma questo valore incominci a pagarlo fin da subito: la musica ha le sue esigenze, ti richiede una dedizione che, all'inizio, neanche ti aspetti. A volte può pretendere dei sacrifici anche dolorosi per te e per chi ti è vicino: quando, nel 1970, entrai a far parte dei New Trolls, presentato da Nico, ricordo il dolore dell'alternativa che mi si poneva davanti: lasciare la scuola, ultimo anno di Nautico, per poter seguire il già lanciatissimo gruppo nelle sue date. Ricordo, soprattutto, il dispiacere dei miei genitori che speravano in un diploma che non ho mai preso. Avrei dirottato il mio percorso di studi verso il Conservatorio, che mi ha dato la formazione necessaria attraverso altri sacrifici, un impegno che era qualcosa di molto simile ad una devozione e per il quale ho dovuto fare delle scelte precise. La testardaggine è determinante, se vuoi andare avanti e, soprattutto, con una certa logica.
Torniamo ai New Trolls: li conoscevo da tempo, fosse solo per il fatto che erano della mia stessa città, al di là dei loro già consolidati successi. Erano nell'alveo del pop, il canale in cui si riversava la maggior parte della musica italiana, ma ammiccavano continuamente al rock, a certe sonorità che, soprattutto negli anni immediatamente seguenti, avrebbero portato ad un cambiamento decisivo nella loro musica. Il mio non era un semplice adeguarsi a quello che trovavo: l'idea della "sperimentazione" musicale mi coinvolgeva ed affascinava, i giochi di "contaminazioni" tra diversi generi erano tutti da esplorare. Quando, nel 1971, arrivò il primo Concerto Grosso per i New Trolls, l'idea di Bacalov aveva trovato già un gruppo di musicisti tutto sommato ricettivi: l'immediato successo ne è stata la conferma.
Potrei affermare che nessuno, in Europa e nel mondo, è riuscito nell'impresa di avvicinare classico e rock come i New Trolls e Bacalov hanno fatto. Non erano i primi a tentare una simile sperimentazione: le innovazioni, la voglia stessa di sperimentare, il desiderio di novità si rincorrevano in quegli anni in cui ogni cosa sembrava tutta da scoprire, manipolare, ricreare…
Tutto sommato, gli anni dal 1971 al 1974 sono stati estremamente prolifici per i New Trolls, parlando non solo di band, ma anche dei singoli musicisti che, dopo una serie di scissioni, avevano cercato una loro strada negli Ibis, Tritons, Atomic System…Ecco, se consideriamo la produzione musicale nell'arco di quegli anni non possiamo altro che constatare una prolificità fuori dal comune. Un ¾ della loro produzione, direi: segno di una vivacità che andava ben oltre le vicissitudini interne al gruppo, a problemi economici o di rapporti interpersonali che, negli anni seguenti, mi portarono a lasciare la band e ad intraprendere una mia carriera nell'ambito degli studi di Conservatorio.