Nel 1969 spariscono i fiati ed i "Trolls" cominciano una storia un po' diversa, con un genere che definimmo "impressionismo musicale", precursore (anche qui non ci smentivamo!) della psichedelica che, in Italia, sarebbe arrivata nel 1970. Insoliti e coinvolgenti effetti di luce erano abbinati allo scorrere della nostra musica, quasi come le diapositive liquide dei Pink Floyd. Uno dei brani si intitolava TROLLS PSYCHE.
Contemporaneamente per sbarcare il "lunario" eseguivamo brani come "Un ragazzo che ti ama", cover di Bacharach, "Lacrime e pioggia", cover di "Rain and tears", "Obladì obladà" dei Beatles…e un 45 giri tutto nostro intitolato "L'eco del tuo cuore".
Nel frattempo, altri musicisti entrarono a far parte del gruppo:
Franco Intini, cantante.
Gianfranco Bordin detto "Serafino" per la sua voce angelica, falsettatissima e bassista.
Billy Calati, un personaggio un po' particolare: faceva karate..! batterista. Incidemmo il 45 giri "Non crede signor ministro", altro messaggio di critica alla società italiana contemporanea.
La copertina riportava il nome "Trolls" composto con ortaggi vari: una specie di Arcimboldo che era anche un messaggio…"subliminale"..!
Seguì il nostro ultimo 45 giri: "A che vale vivere", che è stato un po' uno spartiacque nella mia scelta di vita: il tema era quello di un trapianto di cuore e le discussioni sull'argomento erano, all'epoca, molto animate. Tenete presente che il primo trapianto di cuore fu eseguito da Christian Barnard in Sudafrica nel 1968: aveva suscitato tante speranze e alrettante domande a livello scientifico e morale. Da qui l'idea di scrivere un musical su questo tema il cui titolo attuale è "May be".
Anche la scenografia in cui eseguivamo il brano era studiata per colpire, provocare, interrogarsi: indossavamo tute fluorescenti che assumevano colori diversi ad ogni variare delle luci, colpivano gli occhi e la mente del pubblico, rimarcavano quasi le parole del pezzo.