" L'idea del Concerto che vi presentiamo, un Concerto Grosso alla maniera barocca, in cui le parti solistiche fossero svolte da un complesso underground, l'ha avuta Luis Enriquez e si dimostrò subito esaltante. - Si è lavorato molto, tra Roma e Milano, tra gli studi Ortophonic e quelli Fonit Cetra. A risentirlo adesso, questo blocco di musica, sembra che tutto sia stato fluido, tranquillo e liscio come registrare una canzonetta di consumo: no, non è stato così facile. Un grazie a Luis Bacalov e ai "New Trolls" per essere arrivati in fondo con chiarezza di idee e di musica. - Il Concerto si divide in tre tempi: Allegro, dove si contrappongono immediatamente due temi rispettivamente settecentesco de underground con un lieve sapore volutamente kitsch; si sviluppa un discorso di soli con qualche spazio per l'improvvisazione;segue poi il Tutti finale, dove si fondono le due sonorità antitetiche. Il secondo tempo, Adagio, di mobilissimo impianto musicale, presenta verso la metà le famose voci dei "New Trolls", impegnate in un testo inglese, di cui l'ultima riga è tratta dall'Amleto di Shakespeare: "Morire, dormire, sognare forse".
Notevoli i soli di chitarra che, confusi tra gli archi, tendono e drammatizzano il discorso nobile e maestoso del tema. La chitarra trova sonorità da violoncello, effetto ottenuto dopo decine di tentativi. Il terzo tempo, Andante con moto, parte con una lunga cadenza di violino, che innerva tutto il tessuto musicale del movimento, una specie di moto perpetuo virtuosistico. Le parole di Shakespeare, riprese su un altro tema musicale verso il finale da voci contrappuntate, chiudono il Concerto. - A mo' di coda la canzone "Shadows": tratta dal tema dell'Adagio, è dedicata da noi alla memoria del musicista pop che forse amiamo di più: Jimi Hendrix. L'elaborazione dei "New Trolls" è una parafrasi dello stile d'esecuzione di Jimi".
Le parole che accompagnano la presentazione dell' L.P. "Concerto Grosso per i NT" (1971) sono una valida guida per chi si pone all'ascolto dell'album per la prima volta: un invito ad apprezzare non solo sonorità specifiche, ma anche a valutare il notevole impegno da tutti posto alla realizzazione di qualcosa di completamente nuovo nel panorama della musica italiana ed internazionale. Il disco, presentato al primo Festival di musica d'avanguardia di Viareggio (27 maggio - 1 giugno 1971) vende circa 700.000 copie in otto anni e fa conoscere i NT anche in Europa: i New Trolls tenevano qualcosa come circa 250 date l'anno, con i favori di critica e pubblico..! Eppure loro stessi sembravano poco convinti dalla novità dell'esperimento, considerando i tentativi simili che erano stati fatti in Inghilterra e non avevano riportato il successo che cantanti e produttori si aspettavano. I NT incontrano L.E. Bacalov, un compositore classico che aveva lavorato anche per la realizzazione di colonne sonore (avrebbe poi vinto l'oscar per il tema de "Il Postino", l'ultimo film di Massimo Troisi), esperto di musica settecentesca.
L'idea, nata in collaborazione con il produttore e paroliere Sergio Bardotti, era quella di creare una "contrapposizione" tra classico e pop, qualcosa di decisamente stridente, deciso, come denota anche la copertina del disco, ma che, allo stesso tempo, facesse in modo che un genere musicale mettesse in evidenza l'altro, ne esaltasse le sonorità specifiche. Prendendo spunto dal film "La vittima designata" (di M. Lucidi) in cui Thomas Milian, nella parte di un hippy che ha appena ereditato un patrimonio decide di farsi uccidere perché stanco della vita, i NT si lanciano nell'avventura del "Concerto grosso". Curiosa l'apparizione dei NT nel film, con Nico Di Palo che, alla sua chitarra, dà una versione country del tema principale!

Dal punto di vista tecnico, un Concerto grosso vede la contrapposizione di due orchestre, in genere una di esse composta da pochi elementi (concertino) che, di tanto in tanto, si isolano dalla grande orchestra (il Concerto grosso, per l'appunto) proponendo il loro tema. I NT non fanno altro che sostituirsi ad una delle orchestre, offrendo un tema rock in risposta al fraseggio classico dell'altra. Il "Concerto Grosso" per i NT vede quindi l'alternarsi di musica barocca e progressive-rock: una sintesi ben riuscita tra musica classica e moderna, segnata da citazioni shakespeariane tratte dall' Amleto: "To die, to sleep, maybe to dream". La chitarra estrema di Jimi Hendrix, riproposta con sensibilità eccezionale da Nico Di Palo, chiude il concerto. E' possibile apprezzare le notevolissime abilità musicali della band nelle improvvisazioni nello studio vuoto, inserite nel lato B dell'album; sono in molti a sostenere che quello che è possibile ascoltare sul lato B del "Concerto Grosso" è quanto di meglio i NT abbiano mai suonato, ma la scelta di inserire delle improvvisazione nell' L.P. non era stata determinata in precedenza: il disco doveva uscire al più presto ed i tempi di realizzazione erano stretti, quindi si ripiegò sulla "soluzione-improvvisazioni", una ripresa di quanto i NT eseguivano abitualmente sul palco durante i loro concerti. La Casa discografica (Cetra) che avrebbe dovuto distribuire l'album, non convinta della proposta dei NT, manifestò le sue "perplessità"; i NT dichiararono in un'intervista dell'epoca: "E' stato una specie di ricatto. I dirigenti della Cetra ci hanno concesso solo poche ore perché erano convinti che in così poco tempo non saremmo riusciti a combinare nulla". La miglior risposta, come al solito, è venuta dalla musica. E, curiosità: per riempire il lato B, si era inizialmente pensato ad una specie di "guida" che raccontasse momento dopo momento le varie fasi della realizzazione dell'album; le voci narranti sarebbero dovute essere quelle di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni!

Nonostante le riserve iniziali, l'album ottenne un successo insperato, tanto che i NT ripeterono l'esperimento nel 1976. Fu proprio il successo del "Concerto Grosso" a risollevare i NT dopo una serie di controversie che li avrebbero portati allo scioglimento. Prima di questo, tuttavia, i NT realizzarono altri due album nel 1972: "Searching for a land" e "Ut". Viene messa da parte l'idea del concept album, i NT lasciano emergere tutto il loro dinamismo musicale. "Searching for a land" è un disco che ha bisogno dei suoi spazi e le due facciate classiche non sono più sufficienti: deve uscire un disco doppio che, però, non riuscì a ripetere il successo del "Concerto Grosso" per una serie di motivi, a cominciare dal motivo strettamente economico:
7.500 lire sono una bella cifra nel 1972…Inoltre, l'album è completamente in lingua inglese: l'obiettivo era anche il mercato internazionale, soprattutto quello anglosassone (Frank Laugelli, bassista italo-canadese, aveva rimpiazzato Giorgio D'Adamo, allora partito per il servizio militare; a lui, che si firmava Rhodes, si deve gran parte della stesura dei testi dell' L.P.), ma il progetto non ottenne i risultati desiderati. Sono in molti a sostenere che "Searching for a land" sia l'album meno personale dei NT; da parte molti altri, è uno dei migliori: i NT dimostrano di conoscere generi musicali diversi e magari opposti tra loro, come il gregoriano e l'heavy metal ("Lying here"), sanno rielaborarli secondo le loro grandi capacità e sensibilità. I richiami biblici in chiave rock, decisamente diffusi nei primi anni 70, si fanno evidenti nel drammatico brano "In St. Peter's Day".
Lunghe parti strumentali accompagnano i singoli brani e mettono in evidenza la grande abilità di strumentisti dei NT (in "Searching" Nico Di Palo suona la chitarra con l'archetto). Molti sostenevano che i NT di "Searching for a land" si fossero ispirati ad altri gruppi stranieri ma, se nel 72 la cosa venne smentita, in un'intervista degli anni seguenti Nico ammise di essersi ispirato ai Deep Purple, Vittorio ai Colosseum. Ricky Belloni, che ancora non faceva parte dei NT, ascoltando i brani tratti dall'album alla radio credeva stesse ascoltando i Led Zeppelin..!
Il fatto di essersi ispirati a gruppi stranieri e di essersi serviti della lingua inglese (fosse anche per esigenze metriche proprie del rock) avrà fatto nascere qualche "rimorso di coscienza" nei NT? Probabilmente no: fatto sta, però, che nel 1973 i NT pubblicarono l'album "UT" . Il richiamo alla lingua (e anche alla letteratura) italiana è deciso: la citazione che appare sulla copertina dell' L.P. è tratta dal Convivio di Dante, opera di elogio alla lingua italiana e contro una certa esterofilia "ante litteram": "A perpetuale infamia e depressione delli malvagi uomini d'Italia, che commèndano lo volgare altrui e lo proprio dispregiano, dico che la loro mossa viene da cinque abominevoli cagioni.
La prima è cechitade di discrezione; la seconda maliziata escusazione; la terza cupidità di vanagloria; la quarta, argomento d'invidia; la quinta ed ultima, viltà d'animo, cioè pusillanimità". Il tutto su uno sfondo di un antico castello, su cui campeggiano le foto in bianco e nero dei componenti del gruppo, quasi come le foto segnaletiche dei colpevoli di un reato!!! La copertina venne realizzata dietro un loro suggerimento e, tra le citazioni erudite, non manca una certa ironia. "Ut" è la prima nota musicale nella scala del gregoriano stilata da Guido d'Arezzo, il quale aveva dato i nomi alle note servendosi delle prime sillabe di un antico inno dedicato a San Giovanni. Richiami letterari, filosofici, biblici non mancavano nella musica dei primi anni 70: il gruppo dei "Lattemiele" (il loro batterista, Alfio Vitanza, avrebbe fatto parte dei NT negli anni seguenti, quando sostituì Gianni Belleno alla batteria) ad esempio, pubblicarono una versione musicale della "Passio secundum Matthaeum". I NT seguono questa nuovo trend della musica e le citazioni dantesche tornano anche nel brano "Paolo e Francesca", molto ben interpretato da Nico che, del resto, è il solista in tutti gli altri brani: la sua interpretazione migliore si ritrova tuttavia in "Chi mi può capire", forse perché è la canzone a lui più vicina. Vittorio canta nel solo brano "I cavalieri dell'Ontario", poi lascia il gruppo: è il segnale di un primo sfaldamento della band, che continua tuttavia la sua strada con Nico e Gianni.
Le divergenze tra Vittorio (che sosteneva per la band una linea più melodica) e gli altri componenti della band, soprattutto Nico (la sua musica conservava forti caratteristiche heavy metal e hard rock) sono tali che non c'è accordo neanche sull'impiego del nome: il gruppo che aveva realizzato "Ut" si presenterà con i nomi dei singoli componenti: Nico, Gianni, Frank e Maurizio, che proporranno un nuovo L.P.: "Canti d'innocenza, Canti d'esperienza". Un punto interrogativo campeggia sulla copertina in bianco e nero, quasi un segno dell'incertezza della situazione della band al momento. Vittorio e Giorgio D'Adamo conservano per il loro gruppo le iniziali del nome N.T. e proseguiranno per la loro strada incidendo gli album "Atomic System" e "Tempi dispari". Con loro c'erano Giorgio Baiocco al sax, Tullio De Piscopo alla batteria, Renato Rosset alle tastiere.
In seguito, Gianni lascia il gruppo di Nico e forma a sua volta un gruppo, i "Tritons", con Ricky Belloni; come "Johnny" dei Tritons interpreterà vari brani, tra cui "Twist and shout" e "Satisfaction" dei Rolling Stones, quest'ultimo un 45 di grande successo, arrangiato in modo originale dal musicista inglese Jonathan King. Nico prosegue la sua strada con gli "Ibis", un gruppo heavy rock che vedeva trai i suoi componenti anche Maurizio Salvi alle tastiere, Frank Laugelli al basso e Rick Parnell alla batteria. Il nome del gruppo è quello di un uccello sacro per gli egiziani, un simbolo di immortalità. Debuttarono nel 1974 con l'album "Sun supreme" e, in seguito l'album "Ibis"; nel frattempo la formazione era cambiata, con Rick "Spider" Parnell (ex Atomic Rooster) sostituito da Pasquale Venditto e Maurizio Salvi da Renzo Tortora.